Roma – 30 novembre 2016. “Imparare ad ascoltare per conoscere meglio i nostri colleghi, i nostri amici. Solo così si può aprire un dialogo mostrando un vero interesse per il nostro interlocutore, che permetta di consolidare un rapporto e stabilire un’amicizia.” Questo rispose Umberto Farri, fondatore e primo Presidente dell’ICU, a chi gli domandava cosa consigliasse ad un giovane universitario.
Da qui possiamo partire per scrivere un breve articolo che tiri le fila dell’esperienza dell’ICU in questi primi 50 anni di attività.
Quest’avventura è iniziata nel 1966 quando, insieme ad alcuni amici e colleghi, Umberto Farri diede vita all’Istituto per la Cooperazione Universitaria, che sarebbe diventata una delle prime ONG di sviluppo attive in Italia.
L’ICU nasceva con l’obiettivo di promuovere la cooperazione universitaria. I primi progetti si avvalsero della possibilità di inviare volontari in servizio civile all’estero, ed ebbero come destinazione il Perù.
Successivamente, come fisiologico nella vita di chiunque viva e lavori concretamente nel mondo con l’obiettivo di cambiarlo in meglio, l’ICU si è evoluto. I nostri settori d’impegno si sono trasformati, le aree d’intervento si sono ampliate, abbiamo incontrato nuovi partner lungo il nostro percorso che hanno creduto in noi e ci hanno sostenuto.
Grazie a questa capacità di adattamento l’ICU è riuscito a portare avanti le sue attività senza mai perdere di vista il pilastro fondamentale che ne sostiene l’azione, ovvero l’attenzione alla dignità della persona, intesa come soggetto avvezzo all’apprendimento e responsabile per il proprio futuro e per quello della comunità in cui vive.
Ad oggi, l’ICU, ha realizzato circa 500 progetti di cooperazione in oltre 40 Paesi in America Latina, Africa, Bacino del Mediterraneo e Vicino Oriente, Europa, Asia e Pacifico per un budget complessivo di oltre 150 milioni di Euro.
I settori d’intervento dei progetti spaziano dall’agricoltura, alla sanità, all’educazione, alla gestione delle risorse idriche ed energetiche, senza trascurare le situazioni di emergenza in contesti particolarmente critici.
Attraverso tutti i cambiamenti che abbiamo vissuto, possiamo riassumere la nostra esperienza così: capacità d’ascolto, ottimismo, dialogo, lavoro fatto insieme per cercare il bene comune in collaborazione con persone di etnie, religioni e visioni diverse. 50 anni dopo, in un mondo in cui – come dice Papa Francesco – “si riscontrano tante inequità e sono sempre più numerose le persone che vengono scartate, private dei diritti umani fondamentali, il principio del bene comune si trasforma immediatamente in un appello alla solidarietà e in una opzione preferenziale per i più poveri” (Laudato si’, n. 158).
L’anniversario di oggi ci colma di gratitudine per le tante persone e istituzioni che hanno contribuito a costruire la storia dell’ICU e ci sprona a continuare sulla strada intrapresa.