Il 18 e 19 agosto 2015 si è tenuto in Giordania, sia ad Amman che a Irbid, un mini-workshop di danza-terapia rivolto agli operatori dei due centri partner di ICU per il progetto di emergenza 100 Feet To Walk Towards Peace, finanziato dalla Cooperazione Italiana.
Il progetto mira a migliorare la risposta del sistema sanitario giordano nei servizi rivolti a individui con disabilità fisiche, ed in particolare a quelli con amputazioni agli arti inferiori.
ICU ha organizzato un piccolo training formativo “on-the-job” di due giorni per i fisioterapisti e psicologi che seguono i pazienti disabili nei centri partner Our Lady of Peace (Amman) e JOHUD-Basmaa Center (Irbid). Il mini-workshop è stato tenuto da Chiara Semeraro, proveniente da Milano, terapista qualificata nel metodo Fux, e ha visto l’attiva partecipazione di 9 operatori e di diversi pazienti.
La danza-terapia è una tecnica riabilitativa che consiste nell’utilizzo psicoterapeutico dei movimenti del corpo e della danza per rinforzare le funzioni mentali, emotive e motorie del paziente. Viene utilizzata in differenti ambiti clinici con finalità psicoterapiche e fisioterapiche. Dal momento che in Giordania questa tecnica non è ancora diffusa, l’obiettivo principale del workshop è stato quello di mettere gli operatori a conoscenza di nuove modalità per condurre la riabilitazione sia per amputati che per individui con altre disabilità psico-fisiche.
Il workshop si è svolto principalmente attraverso la diretta sperimentazione delle tecniche di fisioterapia su diversi gruppi. Nell’arco dei due giorni sono state eseguite tre sessioni di danza-terapia: la prima sugli operatori stessi, la seconda su un gruppo misto di bambini disabili e normodotati e infine l’ultima su un gruppo integrato di disabili, operatori e genitori, in cui i fisioterapisti e gli psicologi formati hanno potuto mettere in pratica le tecniche apprese sotto la supervisione della trainer. I momenti di formazione si sono conclusi con uno spazio dedicato a ulteriori approfondimenti, domande e impressioni da parte degli operatori e dei genitori dei bambini partecipanti.
Gli operatori formati hanno mostrato entusiasmo e un attivo coinvolgimento, esprimendo il desiderio di voler approfondire questa tecnica di riabilitazione per pazienti disabili. Inoltre, nonostante l’iniziale difficoltà ad uscire dagli schemi di fisioterapia tradizionalmente utilizzati, tutti i partecipanti hanno accolto le innovazioni con sincero interesse e serietà.