Il progetto si propone di far fronte alla sfida posta dall’afflusso di rifugiati siriani e la pressione che ne scaturisce sulle comunità ospitanti giordane e l’ambiente circostante attraverso la generazione di posti di lavoro nei governatorati di Amman, Irbid e Mafraq attraverso il riciclaggio, la Green Technology, le energie rinnovabili (RE), l’efficienza energetica (EE), e l’efficienza idrica (WE).
Gli effetti della crisi siriana mettono a dura prova i servizi municipali giordani come ad esempio, la gestione dei rifiuti solidi (SWM), andando ad incidere sui segmenti più vulnerabili della popolazione, nella parte settentrionale del paese. La Giordania attualmente ospita oltre 600.000 rifugiati siriani e la maggioranza di loro (circa il 82%) vive nelle città e villaggi nei governatorati del nord, al di fuori dei campi profughi. il sistema di gestione dei rifiuti solidi, già insufficiente prima della crisi, è diventato ridotto al minimo. Secondo il Piano Nazionale di Resilienza, 340 tonnellate ulteriori di rifiuti sono raccolte tutti i giorni. In particolare, la Municipalità di Greater Irbid raccoglie 400 tonnellate di rifiuti solidi urbani al giorno, trasportati e scaricati a costi elevati nella discarica di Al-Ekaider, una discarica insalubre, che è in funzione dal 1981.